INCONTRO CON IL REGISTA PIPPO DELBONO PER BOBÓ

INCONTRO CON IL REGISTA PIPPO DELBONO PER BOBÓ 2025-12-03T21:00:00-00:00

Mercoledì 3 Dicembre al termine della proiezione delle 21.00 al Nuovo Cinema Aquila

INCONTRO CON IL REGISTA
PIPPO DELBONO PER
BOBÓ

Giunto al cinema il 27 novembre grazie a Cinecittà Luce, arriva anche nella sala cara al quartiere Pigneto il nuovo documentario di Pippo Delbono. Dal manicomio di Aversa ai riflettori del mondo, la straordinaria storia dell’attore che ha dato nuova voce al teatro contemporaneo. Un atto d’amore e gratitudine di chi ha condiviso il viaggio e ne custodisce la luce, dal trionfo al Festival di Locarno alla distribuzione italiana. Il regista Pippo Delbono risponderà alle domande del pubblico presente Mercoledì 3 Dicembre al termine della proiezione delle 21.00. Modera Mimmo Calopresti, direttore artistico del Nuovo Cinema Aquila. Il film sarà in programmazione il 3 Dicembre anche alle 18.45 e in regolare programmazione dal 4 al 10 alle 21.00. 

Dopo il trionfo all’anteprima mondiale al Festival di Locarno, le selezioni a DocLisboa e IDFA Amsterdam, e i tre premi conquistati al Torino Film Festival (Menzione Speciale della Giuria Documentari, Premio Interfedi, Menzione Speciale Gli Occhiali di Gandhi), Bobò di Pippo Delbono ritorna a Roma. Mercoledì 3 dicembre, ore 21.00, il Cinema Nuovo Aquila ospita una serata speciale: Pippo Delbono presenterà il film insieme al regista Mimmo Calopresti e dialogherà con il pubblico al termine della proiezione. Un’occasione unica per incontrare uno dei più grandi artisti del teatro contemporaneo e approfondire la straordinaria storia di Bobò: questo film ne restituisce lo sguardo e l’eredità artistica, arrivando nelle sale in un momento simbolicamente significativo, in coincidenza con la Giornata Mondiale delle persone con disabilità,che si celebra ogni anno il 3 dicembre.

“Bobò era un poeta del silenzio, un’anima pura che ci ha insegnato l’umanità. Questo film l’ho fatto per lui, per farlo conoscere al mondo e dargli quello che si merita. È un gesto d’amore per custodirne la luce.”

C’è un silenzio che non svanisce, ma resta. Risuona. È la traccia lasciata da Bobò, anima muta e visibile del teatro contemporaneo, protagonista dell’omonimo film documentario diretto da Pippo Delbono che, dopo la straordinaria accoglienza al Festival di Locarno 78, arriva nelle sale cinematografiche italiane dal 27 novembre 2025, distribuito da Luce Cinecittà. Presentato in anteprima mondiale il 7 agosto nella Selezione Ufficiale Fuori Concorso del Festival di Locarno, Bobò ha conquistato critica, pubblico e professionisti internazionali con la sua profondità, umanità e radicalità dello sguardo. Un’opera definita “atipica”, “potente e personale”, capace di restituire dignità a un’esistenza emarginata e di toccare temi universali come la diversità, l’inclusione e la forza trasformatrice dell’arte. Una storia straordinaria.Il film racconta la vita di Bobò (Vincenzo Cannavacciuolo), uomo sordomuto, analfabeta e microcefalo che ha vissuto per 46 anni nel manicomio di Aversa. La sua esistenza prende una svolta inaspettata nel 1995, quando Pippo Delbono lo incontra durante una visita nella struttura e ne rimane profondamente colpito. Da quell’incontro nasce un legame umano e artistico destinato a cambiare per sempre le loro vite.

“Eravamo due vite distrutte che si sono scoperte” racconta Delbono. “Avevamo tutti e due bisogno di uscire dal buio. Eravamo due persone ferite, che volevano vivere.”

Attraverso questo incontro, Bobò – fino a quel momento invisibile al mondo – diventa figura centrale nel teatro e nel cinema di Delbono per oltre vent’anni, rivelandosi interprete sorprendente, capace di comunicare con forza e poesia anche senza parole. La sua presenza ridefinisce il linguaggio artistico del regista, trasformando il suo modo di raccontare, di guardare, di creare. Per ‘Le Monde’ è stato “incomparabile attore microcefalo e sordomuto, un piccolo re incerto”; ‘Avvenire’ lo ha definito “icona poetica di libertà e resistenza”; ‘Doppiozero’ ha scritto che trasforma il caos in archetipo; mentre ‘Il Manifesto’ ha parlato di “linguaggio silenzioso che tocca l’essenza della vita”. E come ha ricordato ‘Teatro.it’, “era l’anima del teatro di Delbono, capace di trasformare la fragilità in forza universale”. L’opera ha ricevuto consensi unanimi dalla critica internazionale presente al Festival di Locarno, che ne ha sottolineato vari aspetti. La profondità e l’umanità: il film scava nella condizione umana, mostrando la forza e la dignità di Bobò nonostante le sue difficoltà. Lo sguardo politico e personale: un’opera fortemente personale che affronta con coraggio temi come l’emarginazione, la diversità e la resistenza. Il linguaggio universale di Bobò: la straordinaria capacità di comunicare ed esprimersi attraverso il corpo e lo sguardo, anche senza l’uso della parola. Un’eredità artistica preservata: il tentativo riuscito di custodire l’eredità artistica di Bobò attraverso materiali d’archivio e registrazioni teatrali. La critica ha anche accostato il cinema di Delbono a quello di Fellini per la visionarietà e la

fascinazione per il ‘circo’ umano, pur sottolineando l’originalità e l’unicità dell’approccio del regista.

Bobò (regia, soggetto e sceneggiatura di Pippo Delbono) si compone di materiali d’archivio raccolti lungo oltre vent’anni: riprese originali, estratti di spettacoli, interpretazioni teatrali e momenti di vita quotidiana che restituiscono con delicatezza e intensità la figura di Bobò. La digitalizzazione di oltre 300 ore di repertorio s’;ntreccia con nuove riprese realizzate tra Napoli e Aversa, nei luoghi dove tutto è cominciato. La voce narrante è quella dello stesso Delbono, guida sensibile in un dialogo profondo tra memoria e presente. “Bobò ballava a ritmo di musica, ma era sordo. È un mistero” racconta Delbono. “Mettevi dal pop a Chopin e lui cambiava danza. Bobò toccava molto il senso del sacro. Lo toccava nella profondità della sua presenza, anche se inconsapevole. Lui non aveva idea del prima e del dopo, era lì, nell’attimo presente, concentrato solo nella vita di ogni piccolo istante. Qualcosa di sacrale, ma anche vicino all’arte dell’attore.”

Bobò si è spento il 1° febbraio 2019 ad Aversa, all’età di 83 anni. Questo film ne restituisce lo sguardo e l’eredità artistica, arrivando nelle sale in un momento simbolicamente significativo, subito dopo la Giornata Mondiale della Salute Mentale, che si celebra ogni anno il 10 ottobre. “Siamo orgogliosi dell’accoglienza ricevuta da questa storia al pubblico internazionale di Locarno” affermano i produttori Renata Di Leone e Giovanni Capalbo. “È la testimonianza viva del potere dell”arte di restituire dignità e voce a chi è stato dimenticato, e ora siamo felici di portarla al pubblico italiano.”. 

Con le musiche originali di Enzo Avitabile, la fotografia di Cesare Accetta e il montaggio di Marco Spoletini, Bobò è una produzione Fabrique Entertainment, Luce Cinecittà, Inlusion Creative Hub, Vargo, con Rai Cinema. L’opera è stata realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo, Ministero della Cultura – Direzione generale Cinema e Audiovisivo. Con il contributo ex L.R. 30/2016 della Regione Campania e Film Commission Regione Campania.

Il prezzo del biglietto è di 7 euro. 

L’evento è promosso da Roma Culture. Informazioni e programmazione – www.cinemaaquila.it

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